Erasmo Palma e Andrea Castellani, marzo 2020

Il tempo che intercorre tra l’impatto della pallina da parte del nostro avversario ed il momento in cui noi la colpiamo può essere anche di 400 millesimi di secondo. Facciamo 1 secondo nel palleggio da fondo campo. Se poi scopriamo che in base ai recenti studi neurofiologici “diventiamo coscienti di un evento dopo 500 millesimi di secondo che lo abbiamo percecito“, la domanda è d’obbligo.

In questo piccolo frangente di tempo, siamo in grado di capire dove tirerà la palla il nostro avversario, decidere che colpo fare e muoverci adeguatamente per arrivare all’impatto? Ovviamente no.

Alla fine di questo libro, che consiglio ad insegnanti di allievi di buon livello ma anche ai maestri che vogliono approcciarsi in maniera diversa al tennis, si può capire bene la differenza che c’è tra un tennista che colpisce palline ed uno che “sente la palla”. Se siamo soliti impostare il nostro allenamento solo con sedute di cestini di dritto e rovescio, con i soliti obiettivi tecnico/tattici, creando delle situazioni standard e monotone, sarà difficile ottenere risultati di alto livello. L’obiettivo di un insegnante dovrebbe essere quello di stimolare l’allievo a sviluppare “una flessibilità tecnico/tattica tale da cambiare le regole dell’incontro” quando la situazione non è delle migliori.

L’allenamento dovrebbe considerare sempre le caratteristiche fisiche, emotive, motivazionali ma anche fisiologiche del nostro allievo creando delle esperienze di gioco simili a quelle che troverà in partita. Anche quando si allena la parte motoria.

“Non vuol dire che le esercitazioni a secco non abbiano valenza e non siano necessarie, ma quando si lavora sull’aspetto metabolico è più efficiente farlo con esercitazioni svolte direttamente in campo dando connotazioni particolari. Questo realizza il concetto che è il tennis che allena il tennis

Un libro che invito a leggere e rileggere per capire bene i concetti e guardare il tennis e l’insegnamento da un’altra prospettiva.