Adriano Panatta con Daniele Azzolini (Sperling&Kupfer 2018)
Adriano Panatta è stato uno dei tennisti più forti del tennis italiano. Forse è ancora il più forte. In effetti non è da tutti vincere il Roland Garros, Roma, altri 10 tornei e l’unica Coppa Davis targata Italia. Ma è anche un personaggio, che non ha peli sulla lingua.
Mi sono approcciato a questo libro con curiosità, non sapendo bene cosa aspettarmi perché non è una biografia né un romanzo come lo intendiamo di solito.
Mi piace definirlo una cavalcata storica dentro al tennis professionistico, partendo dal 1968 quando è iniziata l’era OPEN fino ai giorni nostri. Ma può essere anche un manuale perché ogni capitolo corrisponde ad un’annata diversa e a dei giocatori diversi. Se sei un tennista appassionato di numeri, di punteggi, del calcolo tra trofei vinti e incontri persi allora questo libro potrebbe fare al caso tuo.
Ma non lasciamoci ingannare dai numeri, perché i capitoli vanno letti tutto d’un fiato assaporando l’atmosfera di un periodo particolare e soprattutto leggendo le storie e gli aneddoti di personaggi che non abbiamo mai incontrato, per lo meno nel privato. Mentre Adriano Panatta c’era.
I primi anni in cui le varie associazioni si facevano la lotta per accaparrarsi i migliori tennisti, John Newcombe e tutto il clan australiano, Illie Nastase che recita in campo le poesie di Villas, mentre sta giocando contro Villas. L’impegno sociale di Arture Ashe, la rivalità tra Borg e McEnroe. Solo per citarne alcuni. Tennisti che Panatta ha incontrato e affrontato in campo, che sono rimasti conoscenti o diventati ottimi amici, che ha analizzato o commentato dietro ad un microfono.
Se ti piace la storia DEL tennis e sei appassionato delle storie DI e SUL tennis, allora ti consiglio di leggerlo. Attualmente è disponibile in versione cartacea ed ebook, con possibilità di leggere un’estratto online.