Dritto: prima le gambe o la racchetta?

Mi spiego meglio, quando devo piegare le gambe e quando devo far cadere la racchetta?

L’altro giorno un appassionato tennista mi ha scritto questo messaggio in relazione ad un articolo che avevo postato:

La domanda è più che lecita, se piego le gambe e faccio cadere la testa della racchetta c’è il rischio che la racchetta tocchi il terreno. O meglio, che si colpisca la palla veramente bassa. Ma facciamo una premessa.

Quando mi trovo in una situazione di gioco ideale, ossia quando colpisco la palla al centro del campo all’altezza della vita, se la base d’appoggio è larga sono già in equilibrio. I piedi larghi mi fanno abbassare il baricentro e quindi non devo piegare le gambe in maniera eccessiva. Certo se guardiamo i professionisti, soprattutto tra le donne (ricordi Agnieszka Radwanska?), capita di vedere il giocatore piegarsi per colpire la palla con il (concedimelo) sedere che tocca il terreno. Ma sono situazioni straordinarie, la palla arriva veloce e avendo poco tempo a disposizione dobbiamo contrastare le spinta abbassando il baricentro e colpendo la palla in maniera compatta.

Ma torniamo alla nostra situazione ideale, con una base d’appoggio larga mi è sufficiente far piegare le gambe e lasciar cadere la racchetta sotto la palla giusto un po’.

  • Ma quando bisogna distendere le gambe per trasferire il peso del corpo in avanti?
  • E quanto devo far cadere la testa della racchetta sotto la palla?

Ne parlo in questo video pubblicato nel nostro canale YouTube, al quale ti invito di iscriverti se non lo hai ancora fatto.

Se seguiamo la catena cinetica, dopo aver caricato il colpo devo:

  • distendere le gambe verso avanti/alto per trasferire il peso del corpo
  • ruotare la anche
  • far cadere la racchetta sotto la palla
  • muovere il braccio verso l’impatto

Quindi prima le gambe si stendono verso avanti e poi si muove la racchetta.

Spesso ci capita di mandare la palla corta o a rete perché abbiamo mosso solo la mano senza distendere le gambe. Oppure le abbiamo distese dopo che abbiamo colpito la pallina. Ecco, bisogna far ricorso alla catena cinetica per riuscire ad imprimere alla palla la giusta spinta e rotazione in top-spin.

Se osserviamo Rafael Nadal colpire il dritto, si può vedere bene questo concetto della catena cinetica. La racchetta arriva all’impatto dopo la distensione delle gambe e la rotazione del busto. C’è un ritardo di una frazione di secondo ma è essenziale per la riuscita del colpo.

Prima parlavamo di Agniezska Radwanska, giocatrice polacca ritiratasi dalle scene qualche mese fa. Ecco alcuni dei suoi punti più belli:

Ed il tuo dritto come va?

Commenta il video qui sotto oppure scrivimi a info@giocareatennis.it!

Se poi hai piacere che dia un’occhiata al tuo dritto mandami un breve filmato e ne discuteremo assieme!

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